Atlantide

Fulvia 03/10/2008

Perchè vogliamo dare sempre un senso, un nome ed un limite alle cose?
Le certezze apparenti si infrangono contro la straordinaria forza dell’universo.
Prendendo le ipotetiche misure di un mondo che si può solo immaginare, ci si sofferma a
riflettere:
le montagne non sono solo cumuli di pietra,
gli oceani non sono solo deserti di acqua,
e il tempo scorre nell’attesa di qualcosa che non appartiene alla realtà…
Orizzonti irreali in cui si perde lo sguardo, ancor prima di giungere ai confini del mondo.

“Abituato all’odore del mare e delle tempeste, di questo estremo angolo di mondo,
ero quasi certo che quella fosse una giornata speciale.
Alla ricerca di prede, avevo sentito parlare di un posto particolare, in cui avrei trovato ciò che cercavo.
Improvvisamente il vento smise di soffiare, le nuvole rallentarono, le onde svanirono.
Scesi nell’ acqua. che si faceva sempre più trasparente, e là in fondo la vidi. …
Solo, in mezzo a tanta acqua, le dedicai più di uno sguardo.
Attimi immobili interrotti solo dal battito del cuore. ..
Poi l’acqua diventò più torbida e lentamente tutto svanì.
Risalii indifferente alle vanità e presunzioni, non mi importava più:
avevo ascoltato la voce dell’ anima e guardato con gli occhi
dell’immaginazione… l’avevo trovata, ed era mia, per sempre.”

Nessuno sa dove sia veramente ed ha prove che sia mai esistita. . .
Da quando un uomo la descrisse, facendola poi scomparire,
tutti l’abbiamo sempre sognata.
Il richiamo è potente: qualcosa che ha a che fare con la natura umana.

Nella ricerca di un tempo mai appartenuto al genere umano,
nella speranza di un luogo perfetto
dove trovare la felicità.

Atlantide è dentro di noi.